domenica, marzo 22, 2009

Luna in "otturazione manuale"

Da Astri

Il 7 marzo ho fotografato la Luna. La cosa buffa di questa foto e' che ho dovuto fare io manualmente da otturatore. Infatti la fotocamera reflex per scattare deve prima alzare lo specchio. Solo che il movimento fa "ballare" il telescopio. C'e' un opzione della fotocamera per ritardare lo scatto rispetto al ribaltamento dello specchio, solo che non e' configurabile e il ritardo e' breve. Circa un secondo. Questo mi sembra piuttosto strano ma forse non ho letto bene le istruzioni oppure la Nikon ha avuto una buona idea e l'ha realizzata a meta'... boh.
Comunque per evitare la foto mossa l'unica e' di oscurare il telescopio mettendo un oggetto davanti e tenerlo per circa tre secondi dopo lo scatto, poi toglierlo e rimetterlo prima della chiusura dell'otturatore. Infatti, anche se non ho fatto molte prove, mi sembra che anche la chiusura crei "movimento" visibile. Il risultato e' che il tempo di esposizione e' dato dal tempo di assenza dell'oggetto che funge da otturatore, e quindi non puo' scendere molto in basso, direi che sotto al mezzo secondo e' dura. E per i tempi lunghi contare mentalmente puo' far sbagliare i tempi. Comunque con un po' di prove le foto della Luna e di Venere riescono perche' sono soggetti facili (molto luminosi). Per le pose lunghe invece il vero problema e' che il telescopio non ha un buon inseguimento e quindi le foto vengono mosse a causa del fatto che nell'inquadratura l'oggetto va alla deriva. E ci va in fretta: bastano tre secondi per avere un bel "mosso". Uno schifo insomma.
Se voglio combinare qualcosa nell'astrofotografia dovro' cambiare attrezzatura. Mi viene il sospetto comunque che possa dipendere dal peso della reflex, che e' molto grossa rispetto al piccolo telescopio, e magaridipende anche dai motori e/o dalle meccaniche usurate. Potrei a questo proposito valutare di chiedere l'intervento dell'assistenza. Vedremo.
Intanto ci sono queste foto che comunque mostrano i limiti del telescopio: ingrandendo l'immagine si vede chiaramente che non e' nitida. Neanche con la webcam dettagli analoghi vengono nitidi e con quella c'e' pure l'inseguimento digitale a sopperire le mancanze del telescopio. E ho fatto molte prove di messa a fuoco senza superare mai questi risultati. Anche questa potrebbe essere una ragione per cambiare attrezzatura. Per ora pero' ce ne sono altre che mi dicono di NON cambiare attrezzatura e di lasciare perdere per un po'... :-)

venerdì, marzo 13, 2009

Il buco nell'ozono

Ecco una breve sintesi per chi vuole farsi un'idea generale di questo problema. O per chi vuole trarre qualche idea per una ricerca scolastica.

L'atmosfera e' un'involucro gassoso che avvolge il nostro pianeta. E' molto sottile rispetto alle dimensioni della Terra: la parte piu' consistente di essa e' spessa al massimo qualche decina di Km. Essa e' costituita da 5 strati principali: troposfera, stratosfera, mesosfera, ionosfera, esosfera. La troposfera e' lo strato piu' basso, mentre sopra di esso si trova la stratosfera. Mentre la troposfera e' di spessore massimo di circa 20 Km, la stratosfera arriva a circa 50 Km ed e' a sua volta composta di diversi strati. Uno strato in particolare e' composto di ozono.

L'ozono e' un gas le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno. E' un gas molto reattivo e quindi e' velenoso per gli esseri viventi. Tuttavia e' essenziale per la vita sulla Terra, in quando e' in grado di assorbire la radiazione ultravioletta di tipo UV-B proveniente dal Sole.

Lo strato di ozono puo' essere distrutto da alcuni gas utilizzati dall'uomo: i CFC o Clorofluorocarburi.

I CFC vengono utilizzati come refrigeranti per frigoriferi e condizionatori, come propellenti nelle bombolette e per produrre schiuma. Vengono anche emessi dai voli degli aerei supersonici.

Per cercare di porre rimedio, l'utilizzo dei CFC e' stato quasi completamente abolito. Questi gas pero' restano nell'atmosfera a lungo, anche per secoli.

Resta tuttavia chi sostiene che i CFC non siano responsabili del problema.

Il buco dell'ozono e' la riduzione temporanea dello strato di ozono (detto anche ozonosfera) che avviene ciclicamente durante la primavera nelle regioni polari. Con "buco nell'ozono" si indica anche genericamente la riduzione dello strato di ozono che si e' riscontrato a partire dagli anni 80.

Come gia' accennato, l'ozono fa da filtro per i raggi ultravioletti: ne blocca quasi completamente la trasmissione agli strati piu' bassi dell'atmosfera. I raggi ultravioletti possono provocare danni alla pelle (melanomi) e agli occhi (cataratta), e possono ridurre la capacita' di fotosintesi delle piante, producendo, come conseguenza, una diminuzione nella quantita' dei raccolti. Le radiazioni possono inoltre distruggere parte del fitoplancton, un insieme di organismi presenti nel plancton, presente sulla superficie del mare: esso e' importante in quanto e' alla base della catena alimentare di molti ecosistemi acquatici ed e' in grado di produrre sostanze organiche a partire da sostanze inorganiche disciolte.