martedì, dicembre 20, 2005

Ahi ahi, Pepperone

Sono appena tornato a casa dal Pepperone, un ristorante della mia zona. La cena e’ andata bene. Il locale e’ simpatico originale e spazioso. Le pizze erano buone, il controfiletto abbastanza (speravo in qualcosa di piu’ tenero e gustoso, ma non era malaccio), ho sentito gente soddisfatta. C’e’ una bella sala per i bambini con dei vetri che isolano acusticamente ma che permettono di controllare i bambini che se la spassano all’interno. Buono pure il caffe’. Eravamo una sessantina, bambini che imparano a giocare a basket e genitori relativi. All’uscita ho visto che il conto si pagava individualmente (a famiglia) e ho pensato e detto: “qui l’ultimo paga quello che gli altri si dimenticano di dire alla cassa”. Chi mi ha sentito mi ha consigliato di farmi avanti. La cameriera infatti non puo’ sapere chi ha ordinato cosa. Sono stato il penultimo a pagare. L’ultimo si e’ trovato un’acqua e due coca cola. Rimaste da altri che come prevedibile, se ne erano dimenticati. La cameriera e’ andata un paio di volte dal “capo”. Poi e’ arrivato lui. Dice: “non e’ giusto che ci rimettiate voi ma non e’ giusto nemmeno che ci rimetta il Pepperone”. La famiglia dal canto suo diceva: “perche’ devo pagare qualcosa che non ho consumato?”. Hanno poi aggiunto che era la prima volta che andava a mangiare li’ e che tornera’, ma che non trovava giusto pagare per gli altri. Il ristorante diceva loro di rivalersi sull’associazione perche’ il ristorante ci ha poco o nulla a che fare. La famiglia pure dice di conoscere poco gli altri. Io ho cercato di aiutare la famiglia verbalmente, cercando di dire (dall’esterno della disputa, dato che avevo gia’ pagato) che e’ il locale che ha lasciato uscire delle persone che non hanno pagato tutto quello che avevano consumato e che la famiglia rimasta non c’entra nulla. E ho aggiunto di aver subito pensato che con quel sistema erano fortunati gli ultimi se non restava niente in piu’ da pagare. Non penso pero’ di essere stato di grande aiuto. Per giunta mi sentivo anche in colpa per non aver diviso con loro il sovrappiu’ non dovuto. Si consideri oltretutto che 5 o 10 euro per una famiglia hanno un certo valore, ma per il ristorante ne hanno decisamente un altro (molto piu’ piccolo). Speravo che costui avesse piu’ buon senso, specie tenendo conto che con le centinaia di euro (saranno stati almeno 6-700 euro) incassate per la cena, 10 euro in meno non facevano certo difetto. Morale, a malavoglia si sono divisi l’onere: un coca ce l’ha rimessa il ristorante una la famiglia. E l’acqua in piu’ sempre la famiglia. Meschino: e’ l’aggettivo che mi viene in mente per descrivere il ristorante per il suo comportamento. Nonostante quello che hanno detto non credo che i signori che hanno pagato in piu’ torneranno in quel ristorante. Non per i soldi, ma per il comportamento a mio avviso degno di biasimo. Andate pure, quindi. Si sta bene. Ma attenti bene al momento del conto!

2 commenti:

anonima ha detto...

io ho lavorato li e il padrone è proprio una merda fidati
non biasimate i camerieri perchè chi lavora li lavora solo in un momento di transizione finche non trova di meglio a NESSUNO piace lavorare li per la avarizia del padrone perchè se un cameriere perde soldi gli vengono detratti dalla busta paga

Marco ha detto...

Parrebbe incredibile, ma data l'impressione ricevuta da cliente, e' assolutamente verosimile.
Ciao
Marco