mercoledì, maggio 18, 2011

La globalizzazione

Ecco un "mini-tema" sviluppato come compito a casa (terza media), che costituisce una sintesi semplificata dell'essenza e degli effetti del fenomeno.

Dagli anni ’60 in poi lo sviluppo dei sistemi di comunicazione ci hanno messo in grado di comunicare a grande distanza in tempi brevissimi. Non solo, la loro enorme diffusione e disponibilità e la velocità con cui nuovi sistemi soppiantano i precedenti, dà il risultato che tutti sono in comunicazione continua tra loro.
Questa nuova situazione, ha portato come conseguenza una unificazione, a livello mondiale, dal punto di vista tecnologico, politico, economico e culturale.
Questa unificazione ha portato un’alterazione del modo di vivere sia delle persone ricche che di quelle povere. Si pensi ad esempio al fenomeno della celebrità: quasi tutti conoscono un ristretto numero di persone famose, meglio di quanto conoscano persone a loro fisicamente molto più vicine.
Prima di approfondire l’argomento, pensavo che la globalizzazione, in fondo, non mi riguardasse molto da vicino. Ma in realtà lo stesso sistema familiare è influenzato dalla globalizzazione a causa della diffusione e condivisione dei valori. E anche il mondo della scuola e del lavoro ne risentono e si trasformano di conseguenza.
Ma non si tratta di un solo evento o di un solo processo, bensì di un insieme di processi disorganizzati, che possono operare in maniera contraddittoria.
Si verifica un fenomeno che viene chiamato “occidentalizzazione”. Infatti valori e culture, non si muovono in modo uniforme, ma soprattutto dai paesi ricchi (America e occidente in generale) verso i paesi più poveri. L’effetto prodotto, è la distruzione delle culture locali e l’aumento delle diseguaglianze: i ricchi si arricchiscono ancora di più, mentre i poveri peggiorano ulteriormente la loro situazione economica.
E ci sono anche rischi ambientali, perché la scarsità di leggi in materia di sicurezza ed ecologia dei paesi poveri, permette l’esportazione di prodotti di scarsa qualità o potenzialmente pericolosi.
Globalizzare significa anche libera circolazione di merci in tutto il mondo. Esistono però dei paesi che hanno un’economia locale di sussistenza e l’apertura del mercato potrebbe renderli dipendenti da pochi prodotti e quindi molto esposti alle variazioni di prezzi e di tecnologia di questi ultimi.
Ragionando senza conoscere bene l’argomento, o forse pensando a quel che sento dire in giro, avevo quasi l’impressione che la globalizzazione fosse pilotata da qualcuno di molto potente. Ho scoperto però che di fatto nasce e cresce in modo caotico e crea dentro di noi molte incognite e una sensazione di impotenza. Ma possiamo riuscire a controllare il fenomeno, se adegueremo le nostre istituzioni o ne creeremo di nuove: la globalizzazione è venuta per restare.